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4 commenti
Mio DIo, che pensiero tremendamente profondo! In parte condivido, se per morte intendi la parte meno nobile, il peccato, i pensieri negativi…nel senso che “farli morire” apre le porte alla vita interiore. E’ così?
SI. il nostro cammino in questa vita serve a riuscire a connettersi con le profondità di sè stessi, con l’arca dell’alleanza, la stanza interiore cioè l’unione con dio. noi siamo ad immagine sua e finchè non l’abbiamo trovato il nostro cuore è inquieto finchè non riposa in lui.noi siamo solo pace.noi non siamo gli eventi le tragedie che ci hanno spaccato il cuore. la morte è la mia vita, la vita vera da sempre agognata, cercata, desiderata, finalmente la felicità.l’incontro la fusione con l’amato.compito in questo cammino di vita è cercare e rimanere connessi con la nostra verità profonda nonostante le tante piccole morti che ci succedono e che ci ricordano che la massima espressione dell’amore si è proprio realizzata nella morte in croce di gesù.in quel momento dolore e amore si fondevano e nasceva lo spirito santo. e quando si trova un’altro cercatore dello spirito…che festa che bello! siamo insieme!
La sua poesia è meravigliosa come tutte le sue poesie, anch’essa circolare, ipnotica, infinita.
La morte ci ricorda che è esistita la vita, e non solo la delimita, ma ne determina valore e importanza.
Se fossimo sempre vivi forse non sentiremmo l’importanza della vita.
Inoltre la morte segna il passaggio e il ritorno alla Vita Eterna, segna quindi l’inizio della nuova Vita.
Ripeto, come già detto in una poesia qui menzionata, facciamoci meravigliare più dal mistero della Nascita, del Natale…che da quello della morte, che non è la fine, ma solo “ritorno” all’Eternità, ossia a Dio, che c’era, ed è il luoogo dove eravamo, anche prima che nascessimo.
Un grande abbraccio e un grande augurio di una veloce guarigione al Professor Valerio Albisetti e a chi, come me, condivide la sua profonda e sterminata riflessione creativa, soprattutto costruttiva, formativa e pedagocica, così necessaria nel rumoroso e fitto nulla da cui siamo avvolti e purtroppo sempre più penetrati e trasformati, come tanti vasi pieni (di nulla) e non vuoti per esser pronti ad accogliere gioiosamente la vita.
Erminia
Un’Albisettiana
da 24 anni
Sì, lo è! E non bisogna temerla.Anzi.