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10 commenti
bella e confortante questa “ricetta”… grazie, con il cuore.
Marco
E’ un programma di vita semplicissimo e molto logico. In queste parole risuona la verità, chiara e limpida come i rintocchi di una campana.
scusa Valerio ma io vorrei capire cosa intendi per “ridurre le nevrosi”,se me lo potessi spiegare te ne sarei grata,mi servirebbe per capirmi di più,grazie.
volgarmente si dice ridurre i propri difetti..ma soprattutto scoprire e ridurre se nel quotidiano usiamo meccanismi psicologici per non divenire responsabili, come ad esempio la proiezione, l’ipocrisia, il giudicare gli altri, l’invidia, la gelosia, l’avidità, la non chiarezza nei rapporti interpersonali, l’infedeltà, la non lealtà, la fuga dalla realtà, eccetera…
grazie Valerio di avermi risposto,se ho capito bene,per ridurre le nostre nevrosi dovremmo diventare più responsabili delle nostre azioni e dei nostri pensieri,diventando consapevoli del nostro comportamento per poi migliorarlo,va bene?ciao
Sono sempre meravigliato dalla semplicità con cui esprimi la grandezza dei valori sprirituali.
Grazie di cuore Valerio e auguri per la tua salute.
Grazie di cuore Francesco.
cosa facciamo quando come dici tu usiamo meccanismi psicologici per non divenire responsabili,come ad esempio la proiezione,la non chiarezza nei rapporti interpersonali, la fuga dalla realtà, eccetera. se puoi spiegaci meglio. grazie per condurci con dolcezza come un padre.
Grazie Valerio che grazie alle tue parole semplici e lucide mi hai guidato nella vita e nel lavoro. Ridurre il proprio grado di nevrosi è veramente un gran lavoro; lungo, quotidiano, spesso sofferente ma necessario. Per crescere, per ascoltare e comprendere l’altro, per aiutare l’altro. Uno stile di vita. Grazie ancora.
Il silenzio diventa forza
per portare la prova.
Il lamentarsi, il discutere,
il parlare delle difficoltà
fa invece diminuire le forze.
Di fronte alle prove personali,
prima di ribellarsi,
prima di ragionare sulla situazione,
bisogna mettersi in silenzio,
attendere umilmente
che Dio ci manifesti il suo disegno,
credendo di essere sempre e ancor più
nelle sue mani.(annamaria canopi)