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3 commenti
Verissimo. Subire è passività, è strazio. Essere attivi, invece, anche quando si tratta di accettare situazioni senza soluzione, è vivere e crescere. Inoltre, qualcuno, una volta, mi ha detto: “Tutto è esattamente come deve essere…Non c’è nessun caos, nessuna cosa inspiegabile, forse poco comprensibile, ma tutto e tutti si incastrano al posto giusto e al momento giusto. A noi spesso quello che non corrisponde ai nostri desideri fa male e quindi ci sembra fuori luogo; eppure impariamo meglio da ciò che non ci va a genio, piuttosto cha dal resto… se invece di subìrlo, lo respiriamo e lo viviamo fino in fondo.
Caro Valerio, io voglio presumere sempre un impegno di ricerca nella valutazione della realtà ma qual’è il codice che mi permette di leggere e interpretare la realtà senza pregiudizio e senza sbavature? La realtà così come appare è sempre vera? Oppure basta cambiare punto di vista e si giunge a conclusioni opposte? Faccio un esempio: la situazione di povertà dei paesi del terzo mondo ha cause lontane ma anche cause vicine, i fattori che la determinano sono numerosi, e li possiamo classificare sulla base del tempo della loro storia, sulla base delle culture e delle tradizioni, sulla base della collocazione geografica e del clima, sulla base delle leggi e della situazione politica ecc… Ogni volta che applico un criterio faccio una scelta, circoscrivo la mia visione, esprimo un giudizio di merito e, in coerenza col “mio” punto di vista, progetto un qualche cambiamento che vada a risolvere uno o più dei problemi presenti. Però potenzialmente posso cadere in qualche errore ….
Certamente chi subisce la realtà non vede, non si fa domande, non cerca di capire …. magari soffre e cerca dei colpevoli tuttavia i danni prodotti dalla mancanza di consapevolezza a livello della vita personale non sono neppure paragonabili a quelli prodotti dalle menzogne e dalle manipolazioni che riguardano la vita di tutti noi sulla terra. Come colmare il gap fra questi due livelli ?
la tua bella riflessione richiede un discorso lungo e approfondito…sinteticamente, lo indico nei miei libri pubblicati da edizioni Paoline, una quotidiana riduzione al minimo della nostra nevrosi, una pulizia del cuore,e un continuo addestramento alla capacità di discernimento della realtà circostante. Alla fine, per me, è avere un cuore pulito e buono. Credo, alla fine, che verremo giudicati per il tipo di cuore con cui abbiamo vissuto.