Ai miei nemici, a coloro che mi hanno fatto del male, con amicizia.

Amicizia: termine inflazionato, sprecato, sfruttato, consumato, mal adoperato. Eppure, per me, alto, altissimo,preso nella sua dimensione autentica,originale.Non ho mai chiamato, infatti, amica una persona che non conosco e che non amo profondamente. Nè mai la chiamerò. Men che meno ho confuso il conoscente, il simpatico, l’attraente, lo stimato, il compagno, il fratello con l’amico. Nè mai lo confonderò. Scrivo dell’amicizia solo ora perché essa per me, nella sua dimensione matura e responsabile, è fonte di godimento e di senso. E’ una capacità. E’il luogo dove si può bere la vita dalle sdue più recondite, profonde e misteriose radici. Così concepita , l’amicizia è un continuo viaggio interiore, affascinante, anche se a volte doloroso. Per giungere alla vera dimensione di amicizia che intendo, bisogna pulire il proprio cuore dai meccanismi perversi della personalità che mistificano, de responsabilizzano, rendono impossibile il rapporto con la verità, dunque con se stessi, con il mondo, con Dio.