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Valerio Albisetti - Il viaggio della Vita

cambiare nome

Mi piacerebbe che si potesse, a un certo punto della propria esistenza, cambiare nome.
Mi piace pensare che il nome corrisponde all’essenza della persona. Cambiare nome significa allora assumere una nuova identità.
Un’ identità che ha imparato il linguaggio del bene. Che sa trarre il bene anche dal male, soprattutto dalla parte negativa di sè.
Per fare ciò occorre un mutamento interiore, un cambiamento profondo della propria personalità, tenendo conto però della propria unicità e irripetibilità, della propria originalità, sviluppandole.
Rendere la propria personalità più gioiosa, più allegra, più serena, più libera, più creativa.
Smascherare le parti false, ambigue, nevrotiche, cupe, perverse, di noi. Riunire le parti spezzate di noi.
Andare oltre le ferite ricevute.
Uscire dagli schemi mentali assunti per difesa, per paura, per orgoglio.
Allargare la mente.
Pulire il cuore.
Non dobbiamo temere di vivere un’esistenza piena.
Solo vivendo in prima persona, affrontando ciò che ci capita, come protagonisti del viaggio della vita, la nostra esistenza diviene fonte di godimento, di ammirazione, di senso.

    4 commenti

  1. Sto facendo da un po’ un percorso intimo molto significativo, che mi sta portando a riflettere su alcuni anni del mio passato, durante i quali la parte negativa di me è venuta completamente fuori, portandomi in un vortice di autodistruzione. In questo percorso sto trovando un conforto che mai avrei immaginato di trovare nella fede, nella lettura dei testi sacri, nella preghiera quotidiana e nella meditazione. é proprio vero, Cristo è la mia ancora di salvezza, la mia pace, mi riempie il cuore di gioia. E mi sento con un cuore nuovo, una persona rinnovata, rinata.
    Ma una domanda mi attanaglia continuamente: come faccio a liberarmi del mio passato? Per me è come una bestia nera, mi sta sempre di fronte, e spesso mi toglie la serenità.

  2. Noi dobbiamo vivere il presente, come ho già detto in un pensiero sparso, se vogliamo vivere veramente il reale.
    Il passato, come dico sempre, è appunto passato.
    Il futuro non esiste.
    Comunque il passato è da tenere di fianco, perchè serve a non ripetere gli stessi errori commessi, deve rimanere di sottofondo…non deve mai stare davanti a noi, perchè appunto ci paralizzerebbe.
    E non serve perchè noi dobbiamo, ripeto, vivere nell’attimo presente.
    Poi, ricordati, che noi ci rinnoviamo sempre, ci trasformiamo, come dici tu, diventiamo persone nuove.
    Nasciamo dopo che il vecchio di noi è morto.
    Il passato serve solo a questo: a farci diventare consapevoli.
    Dobbiamo sbagliare, dobbiamo cadere se vogliamo crescere.
    Non c’è crescita senza sofferenza.
    E gli errori sono tentativi, prove di vita.
    Infine, c’è molto mistero nelle nostre vite, un giorno scoprirai perchè hai avuto tale passato.

  3. Mi piace pensare che il mio passato abbia un senso perchè mi ha permesso oggi di scoprire Dio, di scoprire la grandezza della fede che mi sazia giorno dopo giorno: non ho più paura della solitudine, non ho più l’attaccamento morboso alle cose terrene e all’immagine che io davo di me al mondo esterno, come accadeva negli anni “bui” del mio passato( nei quali mi sentivo vuota, saenza meta, inutile, morta dentro). Con la preghiera e la lettura dei vangeli, ho tutto ciò che mi serve.
    E soprattutto sento che il mio percorso è solo all’inizio…sento che c’è dell’altro per me.
    Sono pensieri ingenui i miei?
    La ringrazio. Per tutto: la lettura del suo ultimo libro mi ha dato un sospiro di sollievo: non mi sono sentita l’unica persona in difficoltà.

    Grazie

  4. Assolutamente i tuoi pensieri Laura non sono ingenui, ma, al contrario, sono molto profondi e veri.
    Io la penso come te…stiamo camminando per la stessa strada.

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