Dopo anni dove l’individuo non contava se non come forza lavoro, dove il gruppo, le assemblee erano il centro del mondo aziendale, e l’individuo, preso da solo, non contava niente, è tempo di tornare al concetto di CONSAPEVOLEZZA PERSONALE, come valore positivo e fondamentale sul quale costruire una nuova etica aziendale. Il mondo sta cambiando, si usano i computer, davanti ai quali si è soli, per lavorare, per comunicare, per incontrarsi…l’intera organizzazione del lavoro ormai si sta ricentrando sul singolo, non più sul gruppo. I giovani, qualsiasi ruolo occupino, vogliono contare nel mondo del lavoro, vogliono essere parte attiva nel raggiungere gli obiettivi aziendali. Rivendicano il diritto alla realizzazione personale.
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14 commenti
Caro Valerio,
che piacevole sorpresa trovare questo sito….Ho appena concluso la lettura del tuo libro “i sogni dell’anima”…bello ed intenso, come anche gli altri tuoi libri…Sono dei doni preziosi che ci fai..
A proposito di etica del lavoro, trovo interessante quello scrivi e aderente alla realtà. Da giovane lavoratore, riscontro sempre di più il desiderio delle persone di sentirsi “persona” all’interno dei contesti aziendali, apprezzati nella propria unicità e per i propri talenti. Anche se questo spesso non avviene, credo che il cuore di ciascuno (il mio compreso) aneli a questo. Credo che la consapevolezza sia importante, fondamentale soprattutto quando il contesto lavorativo e la cultura aziendale ti porterebbero/ ti spingerebbero a seguire dei modelli funzionali per l’organizzazione e non per te….
Lavori ancora per le organizzazioni?
Emanuel
Emanuel che bel nome! grazie…a proposito di organizzazioni è da un po’ che non si fanno sentire…ma teniamoci in contatto…
Caro Valerio, condivido il pensiero sull’etica del lavoro e aggiungerei alcune mie riflessioni da “organizzatore” : il coivolgimento di un individuo all’interno di un gruppo di lavoro arricchisce le potenzialità e le condizioni di benessere dell’individuo stesso e del gruppo/azienda. In questa ottica un “gruppo di lavoro” può essere un setting potenzialmente positivo ma spesso diventa negativo perchè le persone oggi non sono più abituate a vivere esperienze condivise, riunioni, partecipazioni a progetti e soprattutto a CONFRONTI. Spesso accadono delle vere e proprie “violenze psicologiche” in cui il lavoratore rifiuta, si oppone al confronto, si chiude. Ecco che diventa fondamentale per chi “organizza” il lavoro promuovere nelle persone un maggior senso di coinvolgimento “partecipativo” all’attività, all’azienda. Valorizzare l’individuo all’interno del gruppo di lavoro. Dare più potere alle persone che lavorano per il conseguimento di un risultato comune. Allontanarsi da quella che è la cultura del “mero” posto di lavoro e avvicinarsi alla cultura del lavoro.
Luca
Il lavoro di gruppo è ancora importantissimo, ma ha un ruolo completamente diverso rispetto ai tempi delle assemblee: a differenza del passato l’individuo ricopre un ruolo fondamentale e il gruppo è (o almeno dovrebbe essere) un insieme di individui unici, dotati di creatività, di autonomia, di passione.
Si è passati dall’impostazione tipica del settore manifatturiero in cui le catene di montaggio lavoravano secondo processi rigorosamente definiti, in cui l’individualità contava poco ed, anzi, era repressa, al terziario in cui, potenzialmente, ogni individuo può esprimersi per quello che è e per quello che vorrebbe sè e per raggiungere la propria realizzazione.
Anche se la produttività del singolo è aumentata enormemente grazie all’uso dei PC, non basta per ottenere risultati apprezzabili, ed ecco che rientra in gioco il gruppo, il gioco di squadra. In questo la CONSAPEVOLEZZA PERSONALE è fondamentale per aiutare l’individuo a trovare il giusto ruolo e il giusto equilibrio nel proprio ambito lavorativo.
perfect !
Volentieri Valerio per il contatto…non sai quanto mi piacerebbe poter assistere ad una tua consulenza in azienda o con i manager….ho portato le tue riflessioni ieri in azienda, parlando con alcuni colleghe/i…Quanto bisogno di “senso” c’è nelle persone…di dare significato e valore alle cose che fanno…. in una parola bisogno di relazioni nutrienti….
Emanuel
si..piacerebbe anche a me fare questo servizio per voi “valeriani” o “albisettiani” viaggiatori in ricerca di senso..ci penso seriamente..eventualmente organizziamo un seminar…
Sì, sarebbe davvero entusiasmante….io ci sono e se l’organizzi qui nel Nord Est ti posso volentieri dare una mano nell’organizzazione
ok..se vuoi puoi anche lasciarmi recapito alla mia mail così quando sono pronto ti chiamo…
Nella mia esperienza (lavoro anch’io in una grande organizzazione), è molto difficile parlare di etica in campo lavorativo…certo l’alta dirigenza parla a volte di etica, ma mi sembra più un modo di apparire nei confronti dell’esterno. Nella realtà del lavoro delle “persone comuni” ciò che prevale spesso è una grande competizione e uno sgomitare continuo per farsi notare dal capo di turno…e ottenere l’agognato avanzamento di carriera. Inoltre vedo che molte organizzazioni usano spesso delle parole d’ordine quali: “capitale umano”, “risorse umane come principale fattore di sviluppo aziendale”, “lavoro di gruppo in vista di obiettivi comuni”, ecc. Da un certo punto di vista quindi si registra un progresso nella cultura aziendale delle odierne organizzazioni. Mi chiedo però come questo discorso sulla centralità delle risorse umane possa essere del tutto svincolato da valori più grandi rispetto al mero interesse aziendale…cioè è possibile motivare le persone solo sulla base degli obiettivi aziendali? Non è fondamentale fare un discorso che abbracci anche valori extraziendali (appunto etici)?
d’accordo con te …grazie Carmelo per la tua testimonianza “sul campo”….
Anch’io concordo con Carmelo. Nella mia Azienda, che oltre tutto è un’Azienda Ospedaliera, è stato istituito un ufficio “per le risorse umane”, con la funzione non certo di valorizzare le persone, ma bensì per controllarle. Questa realtà è comune in molte Aziende Ospedaliere e non. Per non parlare delle continue riunioni di gruppo per definire i protocolli e le procedure comportamentali nei confronti dell’utenza.
Volete sapere , alla fine, che cosa se ne ricava? Una gran babele di comportamenti. Il perche l’hai motivato benissimo tu, carissimo Valerio.
Bisogna “tornare al concetto di consapevolezza personale, come valore positivo e fondamentale sul quale costruire una nuova etica aziendale”.
Solo così il lavoro non potrà più essere solo ed esclusivamente una scalata al successo e al potere personale ma strumento di crescita sociale, civile, morale e spirituale.
grazie Valentino per la testimonianza…
Ciao Valerio,sono un Albisettiano doc,ho quasi finito di leggere i sogni dell’anima e devo dire che il capitolo che riguarda le vocazioni è estremanente interessante e profondo .Ho letto tutta la tua collana partendo da Freud a Dio perchè e leggere quel tuo libro mi sono in parte riconosciuto per ciò che riguarda la sofferenza ma soprattutto mi hai permesso di vivere una vera vita Cristiana.Grazie per quello che continui a fare per tutti Noi.
P.S.: Se organizzi un seminario nel Nord Est, vorrei esserci per poter far parte dell’organizzazione.Ho 53 e sono da poco in pensione,quindi del tempo disponibile da dedicare per l’organizzazione.
Ciao Michele