Tutto il mio pensiero parte dal presupposto dell’esistenza di una dimensione spirituale e dal suo primato nella persona. Questa convinzione mi ha portato a fondare la Psicospiritualità ( come in tutti i libri di Valerio Albisetti il termine psico-spiritualità è scritto rigorosamente come psicospiritualità (senza trattino) a onorare la sua visione e il suo pensiero, dove la psiche e la spiritualità abitano nello stesso luogo, sono un tutt’uno. E’ stato coniato da lui nei primi anni Ottanta del Novecento in Italia), convinto che allo spirituale si arrivi attraverso lo psichico. Lo studio della storia personale, l’analisi della personalità, delle motivazioni, consce e inconsce, dei vari vissuti con le figure di riferimento parentali, non risolvono il problema, ma divengono luoghi dove riconoscere, interpretare, comprendere meglio la forza e il tipo dei bisogni, delle emozioni, dei sentimenti, dei pensieri che ci attraversano e a farli dialogare con la parte spirituale. Ho compreso tutto ciò dopo più di quaranta anni di attività psicoanalitica e psicoterapeutica, quando ho visto il depresso vincere la propria depressione o il maniaco guarire dalle proprie manie, ma nè l’uno nè l’altro, pur guariti psichicamente, riuscivano comunque a essere felici, a essere in pace con se stessi. Noi esseri umani sentiamo felicità o gioia interiore soltanto quando siamo in contatto con la nostra parte spirituale. Dopo essersi domandati ” Perchè ?”, pensando alla propria storia personale, cercando le chiavi psicologiche per leggerla meglio, si deve passare a domandarsi . ” Che cosa vuole dirmi Dio con ciò che mi sta capitando ? “. ( tratto da” L’arte di essere se stessi” Valerio Albisetti. Ed. Paoline).