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Valerio Albisetti - Il viaggio della Vita

IMMEDESIMARSI NELL’ALTRO

Non bastano intelligenza e cultura per combattere le disuguaglianze e le ingiustizie, ma una sana compassione, immedesimarsi nell’altro, e ciò è facilmente apprendibile attraverso le arti e le lettere, la spiritualità. E ciò aiuta a dialogare senza pregiudizi con persone di fede e razza diverse, senza paura e diffidenza. Oggi la democrazia è in pericolo perchè l’economia di mercato la sta distruggendo, e così l’istruzione e il sapere non sono più importanti, basta saper leggere e scrivere e fare di conto. Il resto non conta. Ma in questo modo non si può preparare cittadini informati e capaci di critica costruttiva, ma solo sudditi, al più competenti solo in informatica, dove il linguaggio è ridotto al minimo, privo di complessità e di sfumature.

    6 commenti

  1. Assolutamente daccordo! In realtà credo che i potenti utilizzino ogni possibile espediente per mantenere questo stato di sudditanza cui il genere umano appartiene… ancora una volta logica è sempre la stessa… canalizzare potere e denaro verso i pochi attraverso i molti… e in quest’opera di controllo delle coscienze le assurde regole del consumismo troneggiano…

    Immedesimarsi… significa entrare in empatia… condividere e convivere con le problematiche di altri… cosa che la sola intelligenza culturale non può fare da sola… è necessario riscoprire la innata intelligenza emotiva di cui tutti noi siamo in possesso fin da bambini…

  2. …aggiungo…al contrario…si educa alla paura e alla diffidenza…

  3. Salve, sono d’accordo, è anche una questione di linguaggio, dove le sfumature, le metafore, non esistono più. Tutto diventa esplicito, senza essere per questo “popolare”, ma solo volgare. La complessità, nel senso della bellezza, è annullata in favore di una “semplificazione” sciocca e superficiale. Arrivederci, Maria Speranza Perna

  4. sono d’accordo con lei. questa società estremizza l’apparire e non l’essere

  5. Perché si estremizziamo l’apparire e non l’essere?
    Perché a guardare l’essere non vienei insegnato, e non lo si vuole imparare, anche perché non si trovano tanti maestri. Non è quindi il tempo che manca per cercare l’essere. Non gli si da, per abitudine, la priorità che merita. C’è tempo per curare il proprio apparire e per fugacemente fagocitare disordinatamente l’apparire degli altri. L’apparire ottiene ascolto e consenso immediato, nella velocità dei ritmi quotidiani. Riempie la vista dando un senso apparente di sazietà. L’apparire cosa è? E’ in sostanza un grande richiamare l’attenzione degli altri. E cosa può essere se non un voler fagocitare attenzione a causa di un grande vuoto dentro, causato inequivocabilmente da una forte mancanza di affetto…diffuso.
    Albisettiana da 24 anni.

  6. sono d’accordo con tutto. mi è piaciuto in particolare il finale dove dici che il vuoto viene causato da una forte mancanza di affetto diffuso

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