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Valerio Albisetti - Il viaggio della Vita

TRADUZIONE INTERVISTA RILASCIATA AI GESUITI PORTOGHESI

1. L’eremita

> Cosa significa essere un eremita nel secolo XXI? Com’è il tuo giorno?

Eremita nell’accezione comune vuol dire ovviamente vivere rigorosamente soli, senza alcun contatto con il mondo.

Ma io ritengo invece che sia soprattutto una dimensione spirituale, una dimensione dell’anima. Una dimensione che porta ad uno stato profondo di quiete e di contemplazione, dunque sono in linea con tutti i mistici del passato, da Santa Teresa a San Giovanni della Croce, Sant’Agostino, san Gregorio, san Bernardo….

Divenire mistici non è da tutti.

Sono sempre più convinto che si viene chiamati. Da Dio.

E’ una dimensione raggiunta più che conquistata, ma credo che occorra anche essersi messi in cammino di svuotamento dai desideri del corpo, dalle tentazioni e dai bisogni dell’io, che nei miei libri e professione svolta di psicoterapeuta, conosco le sue pretese egoistiche, onnipotenti e narcisistiche. Ai miei lettori infatti consiglio sempre di vivere la propria esistenza come viaggio di crescita, di riduzione al minimo della propria nevrosi, di saper di dover morire.

Il vivere in eremitaggio per me è divenuto naturale quando ho raggiunto la dimensione mistica.

> Come mai un eremita usa il Facebook?

Perchè non vivo un eremitaggio rigoroso senza alcun contatto con il mondo per periodi…fb è da pochi mesi e vuole essere un’esperienza a breve termine, che chiuderò presto…ma è come quando scrivi i libri…sono momenti molto limitati nel tempo perchè ritengo essere soprattutto un testimone del mio tempo.

> In Italia sono quasi due centinaia di persone che scelgono di vivere la loro fede in solitudine – sia negli eremi perduti in montagna, sia proprio in città: conosci altri come te?

No. Non tengo rapporti con alcuno. Anche perchè sono molto riservato e il mio essere eremita va a periodi.

Per motivi di salute fisica in questo ultimo periodo devo farmi visitare e curare negli ospedali…

> “La parte migliore della nostra crescita personale la riceviamo grazie ai nostri nemici” – dice uno dei tuoi libri. Essere un eremita non può essere una fuga dal mondo e dei tuoi nemici?

Beh…al contrario. Almeno per me, che ho fatto lo psicoterapeuta per trent’anni..conosco bene la nevrosi..e può immaginare bene quanto io abbia riflettutto su questo…Certamente ho grosse perplessità su chi va in eremitaggio …infatti non l’ho mai consigliato a nessuno. I miei libri mettono in guardia contro le nevrosi….

> Come hai deciso di diventare un eremita?

Non ho deciso…sono stato chiamato, fin da piccolo, dal Signore. Qui non abbiamo tempo…ma se vuole un giorno glielo racconterò…

Poi, ripeto, non vivo più in eremitaggio rigoroso…

2. La psico-terapeuta

> Per 35 anni hai sentito centinaia di persone parlando dei loro problemi più profondi: qual è la cosa più importante che hai imparato degli uomini e donne di oggi? Quali sono le sue grandi virtù e vizi?

Che sono molto disperati, soli e vuoti..e sono abitati dalla paura. Sono confusi …ma quello che mi colpisce è che che desiderano ancora essere orientati, vogliono ancora contare, divenire responsabili…e in un mondo come questo, globalizzato e amorale perchè consumistico, è una grande notizia.

> Sono apparsi sui media una serie di scandali sessuali con persone famose. E ‘anche comune sentire sulle persone che hanno “tutto” e decidono di finire con la loro vita: è una cosa vecchia? Oppure è di adesso? Come lo vedi?

Provo molta pena per queste persone…e non solo da ora..fin dall’inizio ho osservato e percepito in loro una pochezza di spessore intellettuale, una nullità di spirituale…a me il sesso non interessa più da tempo…ma anche questo è un tema che dovremmo sviluppare meglio…

> La tua autobiografia si chiama “Da Freud a Dio”. Sembra che ci sia un punto in cui la psicologia lascia di dare le risposte: perché? Non basta ridurre il grado di nevrosi personali?

No. Non basta ridurre la nevrosi perchè questo non ti dà il senso della vita….io dico nei miei libri che ridurre la nevrosi per pulire meglio il proprio cuore, per incamminarsi meglio nel cammino verso la consapevolezza spirituale, per avvicinarci a Dio.

3. Il maestro spirituale

> Qualcuno ha detto che oggi si vive un alto livello di analfabetismo spirituale. Sei d’accordo?

Perfettamente d’accordo…

> Una persona mi ha detto: “So di avere una cantina oscura piena di cose disordinate, ma preferisco non entrare”. Il timore – a volte terrore – di entrare in noi stessi sembra essere qualcosa che tutti viviamo: perché?

La paura non mi appartiene…e i miei libri trattano sempre della paura e come vincerla…la paura per me è la maggior bestemmia e tragedia del nostro tempo.

> Chi è Dio per te? Quale la più forte esperienza della Sua presenza che hai avuto?

Dio per me è tutto.

Ho avuto diverse occasioni forti della Sua presenza…ho sempre pianto di gioia profonda, un annullamento pieno dell’io…

> Tu scrivi per aiutare i cercatori di senso a porre le domande giuste. Di tutte le questioni essenziali, qual è la domanda che mai dobbiamo dimenticare?

Siamo venuti su questa terra perchè Lui lo ha voluto non noi…siamo qui per portare a termine una missione.. ognuno di noi ne ha una …

e..io aiuto a non dimenticarla.

4. L’uomo

> Un luogo che potrebbe essere il paradiso:

> Un modo di riposo:

> Una canzone che ti rallegra:

> Un libro ispiratore:

> Un film che ti colpisce:

> Un piatto irresistibile:

> Un oggetto che viene sempre con te:

> Una persona con chi bere un caffè:

> Il tuo motto di vita:

E’l’unica domanda a cui non so rispondere..perchè non ho lun idea di paradiso..penso a vivere pienamente con Dio l’oggi!

    2 commenti

  1. Spero tanto che non chiuderai il tuo blog, per me è un contatto quotidiano con un grande amico, ma se succederà sono sicura che si aprirà una nuova fase di crescita e che non saremo soli. Un caro saluto Anna. Grazie

  2. no..spero proprio di non chiudere il blog..mi riferivo a facebook..perchè mi è stato chiesto come mai uno come me che vive spesso in solitudine fosse su fb…

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