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Valerio Albisetti - Il viaggio della Vita

VINCERE LA CATTIVERIA

La cattiveria si annida nell’uomo, nei rapporti fra esseri umani, non nelle cose. La cattiveria usa la relazione per svilire l’altro. Non accetta la complessità dell’essere umano. Lo impoverisce. Lo identifica soltanto nelle sue parti deboli, negative. Per questo, dobbiamo imparare a riconoscere e a trasformare le nostre parti deboli. Solo così combatteremo e vinceremo la cattiveria dell’altro.

    1 Commento

  1. E’ vero: la cattiveria – la prigionia irrazionale del proprio spirito- è precipuamente personale. La mia cattiveria si scatena principalmente quando interpreto il comportamento degli altri come una minaccia all’integrità del mio esistere, un tentativo di annientamento o di ferimento della mia immagine così come la percepisco nel mio incedere attraverso la vita, nella forma che mi è necessaria per riconoscermi. Sto comprendendo che è tutto nella mia mente, che non avrei bisogno di autoimmagini, ma che soprattutto gli altri non possono farmi male più di tanto… ma ce n’è di strada da fare in consapevolezza!

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