Cuando alguien nos rechaza se mueven en nosotros antiguos complejos infantiles, inseguridades, sentimientos de inferioridad… ¡Acéptenlos! Hacen parte de la naturaleza humana. Pero tienen que ser temporáneos, unos días, unos meses, pero no años. Ayunen. Estén en silencio. Hagan oración. Y perdónense. Sólo después de estos pasajes podrán percibir de nuevo su corazón. Limpio. Libre.
Commenta l'articolo Cancelar respuesta
Archivos
- julio 2023
- junio 2023
- mayo 2023
- abril 2023
- marzo 2023
- febrero 2023
- enero 2023
- diciembre 2022
- noviembre 2022
- octubre 2022
- septiembre 2022
- agosto 2022
- julio 2022
- junio 2022
- mayo 2022
- abril 2022
- marzo 2022
- noviembre 2016
- octubre 2016
- septiembre 2016
- noviembre 2015
- septiembre 2015
- julio 2015
- junio 2015
- mayo 2015
- abril 2015
- marzo 2015
- febrero 2015
- octubre 2014
- septiembre 2014
- agosto 2014
- julio 2014
- junio 2014
- mayo 2014
- abril 2014
- marzo 2014
- febrero 2014
- enero 2014
- diciembre 2013
- noviembre 2013
- octubre 2013
- septiembre 2013
- agosto 2013
- julio 2013
- junio 2013
- mayo 2013
- abril 2013
- marzo 2013
- febrero 2013
- enero 2013
- diciembre 2012
- noviembre 2012
- octubre 2012
- septiembre 2012
- agosto 2012
- julio 2012
- junio 2012
- mayo 2012
- abril 2012
- marzo 2012
- febrero 2012
- enero 2012
- diciembre 2011
- noviembre 2011
- octubre 2011
- septiembre 2011
- agosto 2011
- julio 2011
- junio 2011
- mayo 2011
- abril 2011
- marzo 2011
- febrero 2011
- enero 2011
- diciembre 2010
- noviembre 2010
- octubre 2010
- septiembre 2010
- agosto 2010
- julio 2010
- junio 2010
- mayo 2010
- abril 2010
- marzo 2010
- febrero 2010
- enero 2010
- diciembre 2009
- noviembre 2009
- octubre 2009
- septiembre 2009
- agosto 2009
- julio 2009
- junio 2009
- mayo 2009
- abril 2009
6 commenti
“Signore se vuoi, puoi guarirmi”. (dal Vangelo secondo Luca). E’ proprio vero, la preghiera come purificazione interiore, per togliere tutto ciò che ci contamina, che non ci appartiene, che ci sporca l’animo. Grazie Valerio per aiutarmi a continuare a pregare.
Caro Valerio, ho avuto un grande aiuto seguendo il tuo corso di Training Autogeno, in un periodo molto difficile della mia esistenza terrena. Ritrovando la calma, ho iniziato a pregare. Ringrazio Dio per avermi fatto incontrare te attraverso i tuoi libri. Ti ringrazio e ti saluto con grande affetto.
Svuotare la mente,questo è lo scopo della preghiera,per togliere l’io e riempirla di luce,verità,amore (cioè DIO).
Caro valerio, ma quante cose ho imparato leggendo i tuoi libri, quanti dubbi e insicurezze avevo e leggendoti mi sono svanite, chissà se un giorno potro’ avere l’onore di conoscerti e parlarti, ma per dio nulla è impossibile, io aspettero’ e continuero’ a pregare e chissa se trovero la mia strada…quella vera, perchè è da tempo che combatto con me stessa, ma ci sono voluti anni per capire cosa fosse quel tormento..ciao grande uomo…
Piccola perplessità
La vita è costante miglioramento o accettazione? Come figli di Dio ritengo che sia insita ad innata in ognuno di noi la voglia e il bisogno di migliorare… giorno dopo giorno, manifestando e possibilmente coltivando i nostri talenti.
Non mi è quindi perfettamente chiara la considerazione che ripetitivamente trovo nei libri di Valerio circa l’accettazione di noi stessi, dei nostri difetti, della nostra condizione…
Il cervello è plastico e modificabile… perché non cercare di migliorarlo, di cambiarlo, di trasformarlo, giorno dopo giorno? Perché non insitere nel cercare di ottenere ciò che desideriamo? Non mi è chiaro quel sottile tono di fatalismo (forse interpreto male) che sta dietro la visione di noi come inesorabili attori di una missione che fu progettata e programmata da Dio…
Nel tempo aveo sviluppato un’idea di un Dio che dà la libertà anche di scelta di un destino che ci creiamo noi in vista di un disegno superiore… ma questa mia visione si scontra con la visione di missione, di vocazione “prestabilita” da Dio che ho potuto dedurre dalle molte letture dei tuoi libri…
Siamo noi a crearci il nostro destino? o possiamo solo cercare di scoprire la missione che Dio ha pensato per noi? Ma questo presuppone una “non libertà” in partenza, per quanto essere non liberi in Dio possa essere assolutamente splendido…
Mi piacerebbe capire meglio!
è molto profonda la riflessione sul destino e su chi sia l’autore, ma dovessi dare una risposta con il cuore, direi subito che in ogni caso noi non siamo mai autori del nostro destino. Se la nostra vita può essere considerata una testimonianza, allora la mia esperienza di vita mi porta a questa conclusione. Nel mare della vita ottengo quello che non chiedo, mentre combatto e mi dispongo per altre cose. Un esempio banale, se ho fame di pane, la vita mi dona l’acqua. Chiedo al maestro una minima risposta e i miei migliori auguri per tutto
rosa