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3 commenti
A sobrevivência é também um modo de fugir à manipulação de outros, por vezes se têm apoios, mas quando não existem, a pessoa sobrevive só, e na marginalidade.
Por vezes se foge do poder exercido por outros, na fragilidade de sobrevivente.
Ser sobrevivente em solidão, é como estar doente, num sofrimento físico e psíquico. A vida social não se compadece com os que ficam para trás, quer por incapacidade, quer por não se identificarem com a sociedade superficial, fictícia e do êxito fácil. Estes últimos poderão apenas estar a viver uma vida diferente, por opção.
carissimo valerio che bello sentirti parlare! tutti i giorni corro a vedere se c’è un tuo pensiero perchè lo so che mi entra dentro come l’acqua nel deserto.GRAZIE. ma le parole non esprimono la mia gioia di leggerti.più leggo e più dico sì, sì, è così. e ti voglio bene perchè sei l’unico che dice la verità.quanto è vero che “usa il suo potere per legare a sè, dominare..” direi poi usa e getta. come donna conosco bene il gioco dei prepotenti che offendono la dignità, rendono deboli, minano l’autostima.
valerio voglio raccontari un’esperienza fatta ultimamente a conferma dei tuoi ultimi pensieri. frequentavo un gruppo dove dicevano che occorre fare dono di sè, servire,sacrificare sè stessi ciò che si desidera e abbiamo bisogno per gli altri fino a dare la vita.ma nel contempo nel gruppo c’erano rivalità, conflitti.allora ho capito com’è importante l’autenticità. credo che non si possa donare qualcosa di bello se nel fondo del nostro cuore ci sono degli interessi pur nobili ma non siamo liberi, figli della gratuità. e la libertà lascia libero non chiede niente rispetta tantissimo l’altro quale grande mistero ma anche possibilità d’incontro. penso che questa sia la cosa più importante, solo così allora ciascuno può esprimersi e dare il meglio di sè.